«CI RINNOVIAMO, MA NEL SEGNO DELLA CONTINUITÀ»: INTERVISTA A CRISTIANA PATERNÒ, NUOVA PRESIDENTE DEL SNCCI di Elisa Grando


Paternò, prima donna alla guida del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani, racconta a David News il nuovo corso dell’associazione e il ruolo sempre attualissimo della critica: «Nel 2021 il Sindacato ha compiuto 50 anni: abbiamo una tradizione importante, ma oggi tutto è cambiato. Diamo spazio alle nuove forme della critica e stimoliamo un ricambio generazionale»


C’è aria di cambiamento nel SNCCI, il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Il segnale più evidente è nella scelta della nuova presidente, Cristiana Paternò, la prima donna a ricoprire il ruolo in cinquant’anni di vita del Sindacato, compiuti nel 2021. «Ci sono tante donne autorevoli fra i nostri soci: siamo state un po’ penalizzate in passato, ma i tempi sono cambiati anche con Beatrice Fiorentino alla guida della Settimana della critica», dice Paternò, vicedirettore del bimestrale 8 ½ e del quotidiano online Cinecittà News, editi da Cinecittà. Quello che non è mutato, invece, è lo spirito del SNCCI: «Siamo un’associazione culturale che si propone di rappresentare una professione, ma non in senso rivendicativo. Le nostre battaglie sono culturali. Fra i 414 soci del Sindacato ci sono saggisti, docenti universitari, andiamo da Paolo Mereghetti al giovane che scrive sul web: i nostri associati sono un patrimonio».

Qual è la sua visione per il futuro del Sindacato?

«Di rinnovamento, ma nel segno della continuità: è la visione uscita anche dall’assemblea dei soci del novembre scorso e che condivido con il vicepresidente Pedro Armocida. Abbiamo una tradizione importante».

Il SNCCI è nato nel 1971: da allora, nel cinema e nella critica, tutto è cambiato…
«Negli anni ’70 la critica cinematografica aveva un peso diverso, si esprimeva soprattutto come critica militante sui quotidiani, oggi sulla carta stampata ha meno spazio ma ci sono tanti modi di fare critica attraverso il web e i social. C’è poi tutta la parte dei “critofilm”, un’espressione coniata da Adriano Aprà per indicare i film sul cinema: si può fare critica anche con le immagini. Vogliamo dare spazio a tutte queste nuove forme e stimolare un ricambio generazionale».

Significa anche trovare nuovi modi per comunicare la critica?
«Ci sarà un restyling di tutte le nostre forme espressive: Cinecritica, la nostra rivista di approfondimento e di studio, e il sito CineCriticaWeb. E poi, oltre alla Settimana della Critica di Venezia che rimane il nostro appuntamento più importante, durante tutto l’anno assegniamo la qualifica di “Film della critica” ai titoli in sala più interessanti, votati da una commissione di 15 critici. È un’iniziativa che incontra il favore dei distributori indipendenti, perché è un modo per dare forza a un cinema di qualità e, a volte, di nicchia».

C’è un legame privilegiato col cinema italiano?
«C’è sicuramente un rapporto forte con molti autori, e in generale un doppio binario per cinema italiano e internazionale: anche la Settimana della Critica s’impegna sempre per avere un’opera prima italiana interessante. Abbiamo contribuito a scoprire molti autori italiani, tra cui Sergio Rubini, Roberta Torre, Salvatore Mereu, Antonio Capuano, Andrea Molaioli, Alessandro Rak».

Qual è oggi il ruolo del critico?
«La critica ha una funzione anche sociale: il pensiero critico è necessario per porsi di fronte a un oggetto artistico, ma anche a un fenomeno sociale o un accadimento. Tutti dobbiamo sviluppare la nostra capacità critica e imparare a decodificare la realtà con degli strumenti, non solo seguendo degli impulsi o delle mode. Siamo sempre di più consumatori e sempre meno cittadini: dobbiamo invertire questa tendenza, e per i giovani è ancora più importante».

Il Sindacato come raggiunge il pubblico più giovane?
«Sicuramente daremo un maggior impulso alla parte di comunicazione social. Il cinema continua ad appassionare tutte le generazioni: lo vedo anche a Cinecittà, dove lavoro, con iniziative come “Cinebimbicittà”, un laboratorio per scoprire il dietro le quinte di un film d’animazione rivolto ai più piccoli. Come SNCCI stiamo partecipando a una rassegna di film in pellicola, “A qualcuno piace classico”, a Palazzo delle Esposizioni a Roma: le prime proiezioni hanno fatto il tutto esaurito. Dobbiamo constatare che esiste una voglia di cinema classico ed è un lavoro culturale che noi sosteniamo».