«ECCO LA NUOVA CINECITTÀ, TECNOLOGICA E A IMPATTO ZERO» di Elisa Grando

L'Amministratore delegato Nicola Maccanico racconta il piano di rilancio e ampliamento che punta a far crescere la capacità produttiva del 60%: i primi cantieri apriranno a inizio 2022. E si stringe il rapporto con l'Accademia del Cinema Italiano: «Il mio impegno sarà quello di creare le condizioni per celebrare la cerimonia del David di Donatello a Cinecittà»


Più grande, più tecnologica e più verde: così si sta trasformando Cinecittà, con l'obiettivo di attrarre le grandi produzioni internazionali e tornare ad essere davvero la casa dell'audiovisivo italiano. A spiegarlo a David News è l'amministratore delegato di Cinecittà Nicola Maccanico, che ha già avviato il piano di rilancio basato sui 260 milioni di euro destinati a Cinecittà dal PNRR - Piano nazionale di ripresa e resilienza. «Ci inseriamo in una congiuntura favorevole, il mercato sta esplodendo», afferma Maccanico. «La crescita delle piattaforme ha generato una domanda di contenuti senza precedenti. Il grande investimento in un'azienda pubblica come Cinecittà si giustifica proprio per la sua capacità di incidere sul mercato dal punto di vista industriale e può creare nuove opportunità».

Qual è la visione di questa rinascita?
L'obiettivo è ridare a Cinecittà centralità nel mercato audiovisivo, riequilibrando il rapporto con la sua storia: il ricordo del suo passato mitico va coltivato, ma deve dare forza a un presente molto competitivo. Vogliamo fare in modo che l'audiovisivo italiano trovi una sua infrastruttura di riferimento che lo consolidi anche sul piano europeo e internazionale.

Di cosa ha bisogno Cinecittà per raggiungere l'obiettivo?
Deve crescere in capacità produttiva e offerta tecnologica, e rendersi ecosostenibile ed ecocompatibile. Sono le tre direttrici principali sulle quali lavoriamo. Nel nostro piano di crescita e sviluppo immaginiamo di far crescere la nostra capacità produttiva del 60%, passando da 8mila a 20mila metri quadrati disponibili, attraverso la ristrutturazione di cinque teatri esistenti e la costruzione di altri cinque. Alla fine del progetto Cinecittà avrà in tutto 24 teatri.

Quanto conta l'innovazione tecnologica in questo progetto?
Molto: i teatri di posa sono ormai luoghi dove, attraverso la realtà virtuale, si possono girare anche scene di esterni, di fantasia, di qualunque tipo. Stiamo lavorando per la costruzione del primo teatro con Smart Stage.

Come lavorerete per diventare un sito ecosostenibile?
Rivedendo i consumi e mettendo a punto un programma che ci consenta di avere una Cinecittà a impatto zero. L'idea è di sviluppare una nuova sensibilità nel rispetto delle emissioni ed essere a fianco delle produzioni per fare sì che anche loro operino a impatto zero.

Su quale terreno si gioca la sfida coi grandi competitor internazionali come Pinewood, Shepperton, Babelsberg e Korda per attirare le grandi produzioni?
Sull'ampiezza dei teatri e sulla tecnologia. La base del futuro di Cinecittà sono le produzioni italiane e il mercato delle grandi produzioni europee. Naturalmente il rapporto con Hollywood e con gli Stati Uniti caratterizza l'anima di Cinecittà: alimentarlo nuovamente è uno dei nostri obiettivi. Ma oggi, tra America ed Europa, c'è un mercato più simmetrico dal punto di vista produttivo.

Anche Cinecittà avrà un teatro con piscina?
Sì, abbiamo in progetto una piscina ipertecnologica, profonda 8 metri, che potrà ospitare riprese sia in superficie che subacquee, con tecnologie per creare tempesta, pioggia e tutti gli effetti speciali. La presenza di una piscina, di uno Smart Stage e di grandi teatri consente di poter realizzare completamente all'interno degli studi anche film ambientati al mare.

I set storici ricostruiti dal vero, le grandi scenografie fisse che fanno parte del mito di Cinecittà sono diventati obsoleti?
No, l'innumerevole domanda e la varietà di contenuti con budget diversi generano diverse opportunità. La realtà virtuale consente di raccontare mondi a costi relativamente contenuti, ma ci possono essere scelte completamente diverse. Sono opzioni alternative, non sostitutive.

Quali sono i tempi di realizzazione del progetto?
Stiamo già lavorando. È un piano quinquennale ma, all'inizio del 2022, cominceremo ad aprire cantieri e a vedere concretamente la nuova Cinecittà prendere corpo. Lo Smart Stage, ad esempio, sarà pronto nel primo semestre del prossimo anno.

Che relazione pensa possa avere il David di Donatello con Cinecittà e i suoi cambiamenti?
Credo fortemente che Cinecittà debba essere la casa dei David di Donatello. Non dipende solo da noi e vanno valutati spazi adatti e possibili soluzioni, ma il mio impegno sarà quello di creare le condizioni per celebrare la cerimonia del David a Cinecittà, anche per rappresentare simbolicamente il rapporto tra il premio di riferimento del cinema italiano e la casa storica della nostra creatività cinematografica. Il vostro presidente Piera Detassis ha tutto il mio supporto e cercheremo di collaborare. Va creato un meccanismo sempre più forte per il quale i grandi marchi della nostra cinematografia si valorizzino reciprocamente, invece che muoversi su binari paralleli.

L'attività di produzione negli studi intanto prosegue?
Certo, dobbiamo far convivere i lavori con le produzioni, attraverso una programmazione dei cantieri intelligente: non è prevista un'interruzione di business.

Quali produzioni sono in arrivo?

Abbiamo già a Cinecittà Boris 4, la serie Ripley di Showtime, Educazione fisica di Stefano Cipani con Claudio Santamaria, abbiamo finito di girare X-Factor e Italian's Got Talent. Il sito è vivo e già in questo periodo stiamo vedendo crescere le produzioni.